LA CREAZIONE
DELL’UOMO SECONDO L’AUTORE DEL CORANO
"Rari e felici i tempi in cui è permesso di pensare ciò che si vuole, e di dire ciò che si pensa" (Tacito, Historiae, I,1)
LA CRITICA NON CONOSCE TESTI INFALLIBILI (Ernest Renan)
"Rari e felici i tempi in cui è permesso di pensare ciò che si vuole, e di dire ciò che si pensa" (Tacito, Historiae, I,1)
LA CRITICA NON CONOSCE TESTI INFALLIBILI (Ernest Renan)
PARTE PRIMA
Gli Arabi e
gli Ebrei fanno parte della stessa etnia dei popoli semitici, che, secondo la
Bibbia, discendono da Sem, figlio di Noè. Il capostipite degli Ebrei, Abramo,
dalla regione di Ur, in Mesopotamia, abitata dagli Aramei, di stirpe semitica,
emigrò nella terra di Canaan (Palestina) intorno al 1700 (ante era volgare).
Alcuni suoi figli: Ismaele, partorito dalla schiava egiziana Agar, e Isacco,
partorito dalla moglie ebrea Sara, sono considerati l’uno progenitore degli
Ismaeliti (Arabi), l’altro degli Ebrei. Le bellicose tribù beduine degli Arabi,
a differenza di quelle ebraiche, che da nomadi erano diventate sedentarie e
unite da un comune sentimento religioso monoteistico (trasfuso da molti
ispirati scrittori, in tempi diversi, nei libri della Bibbia), erano rimaste
nomadi, vivendo di commercio e di razzie, praticando culti politeistici (come
la venerazione della luna e delle stelle, divinità che governavano il tempo
dell’uomo). Il cammelliere commerciante Maometto, proclamatosi profeta di Allah
sulla pretesa di aver ricevuto (in preda ad estatiche visioni) la rivelazione
del Corano, la sacra e increata parola esplicita di Allah, si ritenne investito
della missione profetica di distruggere l’idolatria e i politeisti, attuando
vere e proprie guerre di religione contro tutti i miscredenti. Quando entrò con
il suo esercito nel tempio politeistico della Mecca, distrusse tutti i numerosi
idoli, eccetto la pietra nera (forse un meteorite o pietra lavica), feticcio
ritenuto sacro, posto all’interno della Ka’bah, il tempio che, secondo la
tradizione, fu costruito da Adamo e ricostruito da Abramo. Questo culto
originario pagano è stato poi disciplinato nel rituale connesso con il
pellegrinaggio alla Mecca (sura 22,26), uno dei pilastri dell’Islam, dove i
pellegrini vanno a idolatrare la sacra pietra, che secondo la credenza è
diventata nera per i peccati degli uomini. Il simbolo della luna crescente con
una stella e altri simboli pagani divennero emblemi della fede islamica.
Maometto istituì il calendario lunare, facendo iniziare, il giorno, dal
tramonto del sole e, il mese, dall’apparizione della prima falce di luna (cfr.
sure 10,5 e 9,36). Il califfo Omar nel 637 istituì l’era musulmana, detta
egira, prendendo come inizio il primo giorno dell’anno lunare (15 luglio 622),
in cui Maometto partì dalla Mecca per stabilirsi a Medina. Dopo la morte di
Maometto nel 632, l’Islam, che significa sottomissione totale dell’individuo ad
Allah, alla legge coranica e alla Tradizione (del cui valore storico si
dubita), fu oggetto di divisioni tra i diversi clan, formati da parenti
successori (califfi) del Profeta, che ambivano alla conquista del potere,
formalizzato già da Maometto in una teocrazia governata dalla Legge rivelata da
Allah, fonte di conoscenza universale. Il giovane Maometto, durante i suoi
viaggi commerciali, ebbe modo di frequentare ebrei e cristiani, acquisendo da
loro una certa conoscenza dei fondamenti delle rispettive religioni, che poi
trasfuse nei versi del Corano, assieme ad elementi del paganesimo arabo. In età
adulta, colpito da una crisi mistica, convinse i suoi compagni e parenti di
udire delle voci divine che lo invitavano a memorizzare e ritrasmette gli
ordini ricevuti dall’alto. Secondo una leggenda, all’età di sei anni sarebbe
stato visitato da due angeli, che gli avrebbero purificato il cuore, dopo
averlo estratto dal petto (sura 94). Tenuto in debito conto i costumi del
tempo, va detto che la sua vita non fu immune da aspetti aberranti, violenti,
sadici, alternati a periodi di grande pietà (era un personaggio rancoroso, non
disposto a porgere l’altra guancia, come il mitico Cristo dei Vangeli; cfr.
sura 111). La sua veste di profeta di Allah gli permise di soddisfare le sue
ambizioni e inclinazioni sessuali con il pretesto del “permesso divino”. Ebbe il
privilegio di avere tredici mogli, di cui una bambina sposata a sei anni (che,
secondo la tradizione, entrò a far parte dell’harem del Profeta al compimento
dei nove anni), e schiave concubine senza limiti, prede del bottino di guerra.
Da una certa tradizione (hadith) e da ciò che può desumersi dalla sura 53 del
Corano, pare che gli abitanti della Mecca, stanchi delle sue rivelazioni
contraddittorie, lo considerassero pazzo. La sura in questione inizia con un
giuramento idolatrico di Allah a difesa del Profeta, respingendo le accuse
circa l’infrazione al monoteismo (cfr. versi c.d. “satanici” 19 e 20). Secondo
l’interpretazione islamica, non fu Maometto a recitare i due versi inneggianti
a divinità preislamiche, ma fu Satana ad insinuarsi nella mente degli astanti,
facendo credere loro di aver ascoltato versi con cui il Profeta avrebbe
riconosciuto il culto a divinità tribali adorate dai politeisti. La
trascrizione definitiva del Corano, cioè delle presunte 114 divine rivelazioni
scese su Maometto e da lui recitate nell’arco di 23 anni (circa dal 610 al 632)
ai suoi fedeli, fu redatta in forma definitiva, canonica, circa due secoli dopo
la sua morte, seguendo un ordine diverso da quello cronologico. La fede che si
desume dal Corano, ritenuto testo inimitabile, in quanto è parola dettata da
Allah a Maometto, è incondizionata sottomissione alla volontà di Allah. Questo
è il significato della religione islamica, ritenuta l’unica vera naturale
religione, esistente “ab aeterno” presso il trono celeste di Allah. Durante
la recitazione del Corano a Maometto, Allah si esprime di volta in volta o in
prima persona, singolare o plurale, o in terza persona (ciò, tra l’altro, dà
adito a dubbi circa la credenza che il Corano sia opera divina, confermando la
tesi di chi sostiene che tutte le Sacre Scritture sono opere umane, ancorché
ispirate, perciò imperfette e circoscritte al periodo storico in cui si sono
formate).
PARTE
SECONDA
Il Corano,
come specificato nella sura 11,14, sarebbe stato rivelato con la scienza di
Allah ed è parola eterna, increata (cfr. sura 85,21-22 e altre), espressa in
arabo chiarissimo, con prosa ritmata. Uno degli argomenti proposti dai
musulmani, a comprova della specificità scientifica del Corano, è quello
concernente la creazione dell’uomo e il ciclo della vita. I relativi versi,
sparsi in tutto il Corano, spesso ripetitivi e contraddittori, caratterizzati
da vaghe dichiarazioni metafisiche, giacché rivelano incertezze, imprecisioni,
ambiguità sulle nostre origini, smentiscono l’origine divina e la scientificità
del testo, che, invece, rispecchia le errate conoscenze dell’epoca storica in
cui è stato redatto.
SURE DEL
PERIODO MECCANO
96,2…Allah ha creato l’uomo da una aderenza
(grumo di sangue).
53,32. 45-46…Vi ha (gli uomini) creati dalla
terra. Ha creato i due generi da una goccia di sperma eiaculata.
80,19…Ha creato l’uomo da una goccia di sperma e
ha stabilito il suo destino.
75,37-39…L’uomo non fu che una goccia di sperma
eiaculata, quindi un’aderenza; poi Allah lo creò e gli diede forma armoniosa e
ne trasse una coppia: il maschio e la femmina.
77,20-22…Vi creammo da un liquido vile, che
depositammo in un sicuro ricettacolo per un tempo stabilito.
86,6-7…L’uomo fu creato da un liquido eiaculato,
che esce tra i lombi e le costole.
38,71-72. 76…Creerò un essere umano con
l’argilla. Dopo che l’avrò ben formato, soffierò in lui del mio spirito.
7,189…Vi ha creati (gli uomini) da un solo
individuo da cui ha tratto la sua sposa.
25,54…Ha creato dall’acqua una specie umana.
35,11…Vi ha creati (gli uomini) dalla terra e
poi da una goccia di sperma.
19,67…Fummo noi a creare l’uomo dal nulla.
56,57-58…Noi li abbiamo creati mediante la
eiaculazione.
17,61…L’uomo è stato creato dal fango.
11,61…Allah vi creò dalla terra.
15,26. 28. 33…Creammo l’uomo con argilla secca,
risonante, tratta da mota impastata.
39,6…Vi ha creati da un solo essere, da cui ha
tratto la sua sposa. Vi crea nel ventre delle vostre madri in tre tenebre (cioè
protetto da tre strati, come già aveva osservato Ippocrate).
16,4…Creò l’uomo da una goccia di sperma.
71,14. 17.
18…Vi ha creati in fasi successive (da intendere di vita intrauterina). Vi ha
fatto sorgere dalla terra come piante. Vi rimanderà ad essa e vi farà
risorgere.
COMMENTO
ALLE SURE DEL PERIODO MECCANO
1
Le prime
sure rivelate da Allah, durante il periodo in cui Maometto visse alla Mecca
(circa dal 610 al 622), spiegano la creazione dell’uomo in diversi modi. In
particolare, riguardo alla materia con cui siamo stati creati, si afferma, tra
l’altro, che l’uomo è stato creato mediante un atto sessuale, da una goccia di
sperma o liquido vile, che esce tra i lombi e le costole, ed è eiaculato in un
ricettacolo, dove permane per un tempo stabilito, formando un’aderenza o grumo
di sangue (cfr. le sure: 96; 53; 80; 75; 77; 86). Quanto alla creazione in fasi
successive e da intendersi di vita intrauterina, mentre sarebbe errato vedervi
un accenno alla moderna teoria dell’evoluzione.
2
La
procreazione mediante l’emissione del liquido seminale era nota fin dai
primordi dell’umanità (cfr, per es., il libro biblico Genesi 38,9), mediante
l’osservazione diretta dello sperma eiaculato durante l’atto sessuale. Appare
dunque superflua l’ispirazione divina. Errata è l’affermazione della
provenienza dello sperma tra i lombi e le costole, cioè dalla zona intorno al
rene, giacché sono i testicoli a produrre lo sperma. Probabilmente, le
conoscenze mediche acquisite dall’autore del Corano sono fondate sugli errati
insegnamenti della medicina ippocratica. L’espressione “trarre dai lombi” si
potrebbe interpretare come una figura metaforica, simile a quelle espresse
nelle sure 7,172 e 4,23 e analoghe a quelle risultanti nei libri biblici (cfr.
Genesi 35,11 e 1 Re 8,19).
3
Nelle
successive sure del periodo meccano si conferma la creazione mediante una
goccia di sperma eiaculata (sure 56 e 16). In altre sure, invece, si afferma il
contrario, che Allah ha creato l’uomo con argilla, cui ha soffiato lo spirito
vitale (sura 78); o lo ha creato con l’argilla secca, tratta da mota impastata
(sura 15); o con la terra e poi con una goccia di sperma (sura 35); o con la
terra o con il fango (sure 11; 17); o ha fatto sorgere gli uomini dalla terra,
come piante (sura 71); o li ha creati dall’acqua (sura 25); o dal nulla (sura
19, in contraddizione con la sura 52 medinese); o da un solo essere, da cui ha
tratto la sua sposa (sura 39).
4
La creazione
dell’uomo dalla polvere della terra, o dal fango, o dall’argilla è concezione
antica (ad es., cfr. Genesi 2, 7). Le sure coraniche si contraddicono quando
fanno derivare la creazione dell’uomo sia dall’acqua (intesa come liquido
seminale?) sia dalla terra (addirittura, come sorgono le piante), sia dal nulla
(tesi ancora sostenuta dai fondamentalisti della Bibbia). Affermare che la
realtà delle cose è l’acqua, è un principio di fede metafisico, già espresso da
Talete. Secondo la moderna teoria scientifica, confortata da migliaia di
osservazioni, l’uomo è sorto per via di evoluzione dagli ominidi (specie
biologiche inferiori). I primi organismi viventi si sono sviluppati sotto la
superficie delle acque (invertebrati, vertebrati, anfibi), poi sulla Terra
(ragni, insetti, rettili, uccelli, mammiferi, ominidi e uomini). La teoria
evoluzionistica nega l’esistenza di un momento creativo e considera la
creazione come risultato di trasformazioni nel tempo, casuali, non
finalistiche.
SURE DEL
PERIODO MEDINESE
21,30…Traemmo dall’acqua ogni essere vivente.
23,12-14…Creammo l’uomo da un estratto
d’argilla. Poi ne facemmo una goccia di sperma posta in un sicuro ricettacolo.
Di questa goccia facemmo un’aderenza, quindi un embrione. Poi creammo le ossa e
rivestimmo le ossa di carne e ne facemmo un’altra creatura.
32,7-9…Dall’argilla ha dato (Allah) inizio alla
creazione dell’uomo. Ha tratto la sua discendenza da una goccia d’acqua
insignificante (sperma). Gli ha dato forma e ha insufflato in lui del suo
spirito.
52,35…Gli uomini non sono stati creati dal nulla
(in contraddizione con un precedente versetto).
30,19-20…Dal morto (Allah) trae il vivo e dal
vivo trae il morto. Fa parte dei suoi segni l’avervi creati dalla polvere.
2,30…Porrò un mio vicario sulla terra.
3,59…Allah creò Adamo dalla polvere
(analogamente al libro “Genesi” 2,7).
4,1…Vi ha creati da un solo essere (Adamo), da
cui ha creato la sua sposa (Eva).
76,2…Creammo (plurale maiestatico?) l’uomo da
una goccia di sperma eterogenea.
24,45…Dall’acqua Allah ha creato tutti gli
animali.
22,5…Vi creammo dalla polvere della terra, poi
di quella terra facemmo una goccia di sperma, poi un’aderenza e quindi un
pezzetto di carne informe e formata. Poniamo nell’utero quello che vogliamo
fino a un termine stabilito.
64,3…Allah ha plasmati gli uomini in forma
armoniosa.
COMMENTO
ALLE SURE DEL PERIODO MEDINESE
1) Le sure
rivelate durante il periodo in cui Maometto visse a medina (circa dal 622 al
632) appaiono contraddittorie. Allah dice di aver creato gli esseri viventi
dall’acqua (sure 21 e 24); di aver creato l’uomo in fasi successive di vita
intrauterina, iniziando da un estratto d’argilla, da cui - dice - facemmo
un’aderenza (grumo di sangue), quindi un pezzo di carne (embrione) e da questo
creammo le ossa e le rivestimmo di carne e ne facemmo un’altra creatura (sure
23 e 32); di aver creato l’uomo dalla polvere, come Adamo (sure 30 e 3); di
averlo creato da un solo essere, da cui ha creato anche la sua sposa (sura 4);
di averlo creato dalla polvere, poi da sperma, poi da un’aderenza e quindi da
un pezzetto di carne (sura 22); di averlo creato da una goccia di sperma
eterogenea (sura 76); infine (in contraddizione con la sura 19 meccana), di
aver creato gli esseri viventi non dal nulla (sura 52).
2) L’idea
dell’acqua come materia originaria di vita era nota alle antiche mitologie
(come quella mesopotamica) e alla filosofia greca. Le teorie sulla
formazione di un bambino erano studiate già ai tempi di Aristotele, che
descrive anche la funzione del cordone ombelicale, non menzionato nel Corano.
Secondo la moderna scienza genetica, la formazione di un essere umano è un
processo continuo dal concepimento alla nascita (non un processo per fasi
successive o stadi separati, come indicato nella sura 71,14). L’embrione assume
la forma di essere umano dopo circa ottanta giorni e non ha nulla di simile a
un grumo di sangue o a un pezzo di carne. Le ossa e i muscoli si sviluppano
contemporaneamente. L’embrione appare come un grumo di sangue solamente durante
un aborto spontaneo (come avrebbe potuto osservare Maometto da un eventuale
aborto delle sue numerose mogli e concubine). Quanto all’eterogeneità dello
sperma, secondo taluni musulmani significherebbe mescolamento degli spermatozoi
e dell’ovulo. In verità, il Corano non accenna a spermatozoi e ovuli da
fecondare, visibili peraltro gli uni e gli altri solamente mediante l’uso del
microscopio. Il termine “eterogeneo” potrebbe invece riferirsi al mescolamento
del seme maschile con il fluido vaginale, come erroneamente insegnava l’antica
medicina ippocratica (che ignorava l’esistenza delle ovaie e delle tube di
Falloppio). Si può dunque ipotizzare che l’errata conoscenza medica del ciclo
di vita ai tempi di Maometto fosse di derivazione greco-ellenistica
(Aristotele, Ippocrate, Galeno). Taluni hadith (Sahih Muslim) attribuiti a
Maometto e la Sirat Rasul Allah (Vita del Profeta) confondono l’orgasmo
femminile con una specie di eiaculazione di sperma sottile e giallo.
Problematica è la sura 23,14, certamente di derivazione umana, laddove Allah
benedice se stesso come il Migliore dei creatori, confermando l’esistenza di
più creatori (come nella sura 37,125). Ne consegue che, se si nega l’esistenza
di più creatori, si deve affermare l’origine non divina del verso in questione
e negare l’autenticità del Corano.
3) Nella
sura 53,45-46 l’autore afferma che Allah determina il genere maschile e
femminile del nascituro da una goccia di sperma eiaculata (come già insegnava
la medicina ippocratica). Nella successiva sura 75,37-39 l’autore si
contraddice, affermando che Allah da una goccia di sperma eiaculata crea prima
un grumo di sangue (o aderenza), gli dà una forma armoniosa, da cui poi trae o
il maschio o la femmina. Alla luce della scienza medica, invece, il sesso si
determina al momento della fecondazione e dipende dal tipo di spermatozoo che
feconderà l’uovo. Dunque è il padre a determinare il sesso del nascituro.
CONCLUSIONE
Le
contraddittorie e imprecise affermazioni contenute nel Corano circa l’origine
della specie umana e il ciclo della vita dal concepimento alla nascita, erano
osservabili direttamente fin dall’antichità. Gli insegnamenti dell’antica
medicina greco-ellenistica, sistematizzata da Galeno, tradotti in lingua
siriaca, erano noti ai medici arabi, da cui Maometto e i redattori del Corano
avranno verosimilmente desunto le relative conoscenze embriologiche.
La pretesa
musulmana di attribuire carattere di scientificità al Corano non ha alcun
fondamento. Se Allah avesse voluto spiegare la scienza, avrebbe rivelato un
libro di scienza. Una corretta interpretazione del Corano, essendo stato
redatto in un’epoca remota, in cui le conoscenze mediche e scientifiche erano
limitate, non può esimersi dalla storicizzazione (attualizzazione) del testo
letterario. Insistere, da parte di taluni studiosi musulmani, nell’affermare
che, giacché il testo è sacra ed esplicita parola universale, rivelata con la
scienza di Allah, esso contiene tutte le spiegazioni scientifiche e tutte le
soluzioni ai problemi di ogni tempo. Tali infondate asserzioni, però, sono
smentite dallo studio critico del testo, eseguito alla luce delle attuali conoscenze
della scienza, che invalidano quelle note all’epoca della sua redazione. La
visione del mondo espressa nel Corano è quella tipica del VII secolo, perciò
non può essere valida per ogni tempo, luogo e popolo. Insistere nella
presunzione di superiorità del testo coranico, che ha una visione del mondo
fuori dal contesto della modernità, è del tutto anacronistico.
L’interpretazione letterale e antistorica del Corano ostacola il processo di
secolarizzazione nei paesi islamici e rende difficoltoso il dialogo interreligioso.
Il Corano, insomma, non è il “verbo” di Dio, ma la visione religiosa di un uomo
ispirato, vissuto nell’alto Medioevo. Ostinarsi a cercare (pseudo) argomenti
per dimostrarne la sua miracolosità scientifica, la fonte da cui s’irradia la
luce di ogni conoscenza valida per tutti i tempi e i luoghi, è indice di
fanatismo religioso e di carenza di senso critico.
Lucio Apulo Daunio
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