ANGELI
DEMONI MESSAGGERI
SECONDO L’AUTORE
DEL CORANO
"Rari e felici i tempi in cui è permesso di pensare ciò che si vuole, e di dire ciò che si pensa" (Tacito, Historiae, I,1)
LA CRITICA NON CONOSCE TESTI INFALLIBILI (Ernest Renan)
"Rari e felici i tempi in cui è permesso di pensare ciò che si vuole, e di dire ciò che si pensa" (Tacito, Historiae, I,1)
LA CRITICA NON CONOSCE TESTI INFALLIBILI (Ernest Renan)
QUESTIONI SU
ANGELI, DEMONI, MESSAGGERI
PRIMA
DISCUSSIONE
1) Le sure
del Corano recitate a Maometto, esaminate seguendo un probabile ordine
cronologico, attestano che l’autore utilizza differenti entità deputate a
trasmettere la Rivelazione di Allah: Gabriele, Angeli, Spirito, Messaggeri.
- Nella Notte del Destino discendono gli Angeli
e lo Spirito per fissare ogni decreto (97,1-4).
- All’uomo non è consentita la visione di Allah.
Egli si rivela mediante ispirazione o percezione di voci o l’invio di
messaggeri (42,51).
- Per ordine di Allah scendono gli Angeli con lo
Spirito su chi Egli vuole tra i suoi servi (16,2).
- Allah ha fatto scendere lo Spirito di Santità
con la verità (16,102).
- Gabriele, con il permesso di Allah, ha fatto
scendere il Corano (cioè la Rivelazione dello Spirito) nel cuore di Maometto
(2,97).
2) Il
Corano, nelle sure dove usa il termine “spirito”, non lo identifica
espressamente con Gabriele. Lo Spirito, poiché è essenza divina, non può essere
un’entità diversa dall’essenza di Allah. Lo Spirito, quindi, è il “verbo” di
Allah. Esso si manifesta recitando il Corano al profeta Maometto.
- Con il Corano è sceso lo Spirito fedele sul
cuore di Maometto (26,192-194).
- Lo Spirito procede dall’ordine di Allah
(17,85).
- Ti abbiamo (a Maometto) rivelato uno Spirito
(il Corano) che procede dal Nostro ordine (42,52).
- Allah ha impresso la fede nel cuore dei
credenti e li ha rafforzati con uno Spirito proveniente da Lui (58,22).
3) Lo
Spirito di Allah crea esseri viventi, differenti dall’essenza divina, e li
anima insufflando il suo Spirito.
- Dopo aver creato l’essere umano, Allah soffia
in lui il suo Spirito, sorgente di vita (38,71-72; 15,29; 32,9).
4) Lo
Spirito di Allah appare a Maria con le sembianze di un uomo, messaggero di
Allah, per creare un figlio (Gesù) nel suo grembo. Allah concepisce il figlio nel
grembo della Vergine insufflando in lei il suo Spirito. Dunque, ciò che appare
alla Vergine ed entra nel suo corpo per creare un essere vivente, è lo Spirito
di Allah. Questo Spirito non può essere l’angelo Gabriele, perché non può
essere Gabriele, che è una creatura di Allah, il creatore di Gesù. Lo Spirito
non è una creatura, ma il Creatore, essendo una qualità intrinseca di Allah,
non una sua creazione, che è entità da lui distinta e separata. Il Corano,
infatti, non dice espressamente che Allah si serve di Gabriele o di altri
angeli per insufflare il suo spirito in Maria o per creare essere umani (cfr.
sure 25,3; 16,17.20-21). Gli Angeli messaggeri, infatti, vanno ad annunciare a
Maria la lieta novella di una Parola proveniente da Allah (cioè Gesù, Verbo di
Dio), non a insufflare lo Spirito di Allah (sura 3,45).
- Le inviammo (a Maria) il Nostro Spirito, che
assunse le sembianze di un uomo perfetto, messaggero di Allah, per darle un
figlio (19,16-19).
- Insufflammo in Maria il Nostro Spirito (vivificante)(21,91;
66,12).
5) Allah non
ordina di prendere per signori né Angeli né Profeti da adorare (sura 3,80);
tuttavia, sorprende costatare come Gesù appare nel Corano simile al Cristo dei
Vangeli, benché sia considerato un profeta musulmano (cfr. sure 5,112-116;
9,30). Del tutto privi di attendibilità sono i versi 27-33 della sura 19, dove
Gesù bambino, nella culla, parla come un adulto.
- Gli Angeli annunciarono a Maria la lieta
novella di una Parola proveniente da Allah, cioè, il Messia Gesù, eminente in
questo mondo e ricco di privilegi nell’altro (3,45).
- Gesù non l’hanno né ucciso né crocifisso, ma
così parve ai cristiani. Per certo non l’hanno ucciso, ma Allah lo ha elevato
fino a sé (4,157-158).
- Il Messia Gesù, Figlio di Maria, è un messaggero
di Allah, una sua Parola, che Egli pose in Maria, uno Spirito da lui
proveniente (4,171).
COMMENTO ALLA
PRIMA DISCUSSIONE
La sura 2,98 distingue nettamente Allah dai
suoi Angeli, dai suoi Messaggeri, da Gabriele e da Michele. La sura 66,4
distingue Allah, dal Profeta Maometto, da Gabriele, dagli Angeli, dai credenti.
La sura 78,38 distingue lo Spirito dagli Angeli. Ciò stante, ne consegue che lo
Spirito non può essere Gabriele né uno degli Angeli. Lo Spirito, indicato nelle
sure 97,4 e 78,38, è Allah, giacché lo Spirito procede dall’ordine di Allah
(sura 17,85). Le sura 96 e 74,1-7, relative alla prima rivelazione del Corano,
non contengono alcun riferimento all’angelo Gabriele. In nessuna parte del
Corano, inoltre, Gabriele è identificato espressamente come Angelo, anche se è
Allah che ispira gli Angeli e tramite loro annuncia la rivelazione (cioè la sua
volontà) ai Profeti (sure 97,1-4; 16.2; 8,12). Gabriele è nominato solamente in
alcune sure medinesi (2,97-98; 66,4), ma non in quelle meccane (81,23;
53,5-10.14-18), che attestano due visioni del Profeta. Gabriele potrebbe essere
uno dei Demoni (Jinn), come suggerirebbe la sura 6,130, ai quali Allah ha
inviato un messaggero scelto tra loro. Del resto, erano i demoni che ispiravano
i poeti arabi pagani, inducendoli a poetare. Ad ogni modo, per dirimere la
confusione sulle identità delle sopraindicate entità, il Corano consiglia Maometto,
in caso di dubbi, di consultare le precedenti Scritture (sura 10,94). La
Bibbia, infatti, dice che Gabriele è un angelo del Signore, che sta davanti a
Dio, distinto dallo Spirito Santo (Lc 1,11.19.26 e seg.). Dice anche che lo
Spirito è il Signore (2 Corinzi 17-18). Questo dice espressamente la Bibbia,
non il Corano.
SECONDA
DISCUSSIONE
1) Il
Corano attesta che i demoni (Jinn) furono creati dal fuoco, che Satana (Iblis)
era un demone, che ai demoni furono inviati dei messaggeri. La Tradizione aggiunge
che i demoni sono sia maschi sia femmine (hadith, al-Buhari).
- Creammo i demoni (Jinn) da un fuoco
ardentissimo (15,27), senza fumo (55,15).
- Iblis (Satana) è stato creato dal fuoco,
perciò è migliore di Adamo, creato dall’argilla (38,76; 7,12).
- Quando ordinammo agli Angeli di prosternarsi
davanti ad Adamo, Iblis (Satana), che era uno dei demoni (Jinn), si ribellò al
comando di Allah (18, 50).
- Al consesso di demoni e di uomini giunsero
messaggeri della loro stirpe per riferire i segni di Allah (6,130); i demoni e
gli uomini saranno soggetti al giudizio divino (7,38); essi sono stati creati
per adorare Allah (51,56).
2) Il
Corano, contraddicendosi, afferma che tutti gli esseri viventi sono stati
creati dall’acqua.
- Traemmo dall’acqua ogni essere vivente (quindi
anche i Demoni) (21,30).
COMMENTO
ALLA SECONDA DISCUSSIONE
L’autore del
Corano non spiega come furono creati gli angeli (secondo la Tradizione, furono
creati dalla luce). Asserisce, invece, che gli angeli sono messaggeri dotati di
due o tre o quattro ali (sura 35,1) e che svolgono anche altre funzioni (ci
sono angeli addetti alla minuziosa registrazione delle azioni degli uomini per
il Giorno del Giudizio; angeli combattenti, invisibili, inviati sulla Terra a
sostegno delle guerre dei credenti contro i miscredenti; ecc.). L’autore spiega
anche come furono creati i demoni (dal fuoco) e per quale scopo (cioè per conoscere
e adorare Allah). Poi si contraddice, affermando che tutti gli esseri viventi
sono stati creati dall’acqua (quindi anche i demoni, giacché sono esseri
viventi); dunque, se i demoni provengono dall’acqua, non possono essere stati
creati dal fuoco. Allo stesso modo, anche gli angeli, giacché sono esseri
viventi, se provengono dall’acqua, non possono essere stati creati dalla luce.
Se però tutti gli esseri viventi che provengono dall’acqua, come Angeli, Demoni
e uomini, sono entità materiali, questi non possono essere entità trascendenti.
I demoni, inoltre, secondo il Corano (cfr. sura 18,50), pur essendo entità
fisiche viventi, sono immortali e possono persino generare altri esseri. Se poi
l’autore del Corano, sulla base delle conoscenze del suo tempo per “acqua”
abbia voluto intendere il liquido seminale, ne consegue che i Demoni derivano
da un atto sessuale. In tal caso occorre individuare chi siano i loro
procreatori. Il Corano afferma che Iblis (Satana) è il capostipite dei demoni
(cfr. sura 18,50); dunque, similmente ad Adamo, che è il capostipite degli
uomini, Iblis è una creazione diretta di Allah, non di un atto sessuale. In
ogni caso, resta indeterminata la materia da cui i demoni e il suo capostipite
sono stati creati.
Non
tutti gli esseri viventi, però, derivano da un atto sessuale, giacché vi sono
esseri viventi che si riproducono in modo asessuato o per frammentazione.
Persino Gesù, secondo il Corano, è stato concepito con lo Spirito, non con
liquido seminale. Gesù, peraltro, non sarebbe morto, giacché Allah lo avrebbe
elevato vivo fino a Sé (sura 4,157-158).
Se Allah basta a se stesso (cfr. sure 21,15 e 35,15), non aveva bisogno di
creare uomini e demoni per essere da loro conosciuto e adorato (cfr. sura
51,56). A che pro, poi, metterli alla prova (67,2), rendendoli servi e
bisognosi della sua misericordia (sura 21,15)? I demoni, a differenza degli
angeli, saranno sottoposti come gli uomini al giudizio di Allah (cfr. sura
7,38; 55,39) e, come gli uomini, possono convertirsi all’Islam (cfr. sura
72,1-2). Dunque, demoni e angeli appaiono come due entità distinte.
Demoni e uomini, giacché sono stati creati per conoscere, adorare e servire
Allah (sura 19,93) e sono entrambi dotati di libero arbitrio (sura 67,2), qualora
siano colpevoli di non obbedienza ai precetti di Allah, saranno puniti
nell’Inferno (sura 6,12; 30,9-10;). L’autore del Corano, però, si contraddice
quando afferma che molti di loro sono stati creati e predestinati all’Inferno
(sura 7,179 e 32,13), poiché a farli traviare dalla retta via è proprio Allah
(sure 7,178; 14,4.27; 16,93; 17,97; 35,8; 39,23). L’autore del sacro Libro,
inoltre, afferma che nessuno può credere all’Islam, se Allah non lo permette
(sura 10,100). Ne consegue che Allah, pur essendo responsabile di traviare chi
vuole, inducendoli a compiere il male e a non perseguire il bene, si arroga il
potere di punirli in questa e nell’altra vita. Dunque, Allah commette
ingiustizie, contrariamente a quanto afferma la sura 4,40, e se a taluni esseri
viventi concede il libero arbitrio per la loro salvezza, altri sono
predestinati all’Inferno. Quantunque il verso 82 della sura 4 recita che il
Corano è esente da contraddizioni (è infallibile), i precedenti versi 78 e 79
della sura medesima smentiscono tale asserzione. Allah, inoltre, prima afferma
che il bene e il male provengono entrambi da Lui, poi si corregge, dicendo che
solo il bene viene da Lui; il male, invece, proviene dagli uomini. Prima
attesta che nessuno può credere, se Egli non lo consente (sura 10,100),
alludendo quindi alla predestinazione; poi biasima quelli che non credono,
artefici della loro rovina (sura 6,12), alludendo in tal modo al libero
arbitrio. Altrove, prima dice che svia chi vuole e guida chi vuole (sura 35,8);
poi nega che sia Lui responsabile, perché sono gli uomini che fanno torto a
loro stessi (sura 30,9). Se Allah ordina a Maometto e ai credenti, durante il
periodo in cui vivono alla Mecca, di perdonare i miscredenti (sura 45,14),
anche se Lui parteggia per chi lo teme e compia il bene (sura 16,128), a Medina
avverte politeisti e miscredenti che dovranno rendere conto a Lui della loro
miscredenza (sura 23,117), minacciandoli con la perpetua pena del fuoco
nell’aldilà, in compagnia di ebrei e cristiani, dei quali sentenzia che di
tutta la creazione essi sono i più abbietti (sura 98,6). Quanto ai castighi
nell’aldiquà, ordina ai musulmani di combattere senza tregua gli infedeli (sure
8,39 e 9,29).
Allah (secondo le sure 2,34; 7,11; 15,28-42; 17,61; 20,116-117 e 38,71-85),
dopo aver creato l’uomo, ordina agli angeli di prostrarsi davanti a lui, cosa
che tutti fanno, tranne Satana (Iblis) e i suoi seguaci, perciò li scaccia dal
Paradiso, giacché miscredenti. Dunque, nella categoria delle identità celesti
occorre distinguere i demoni (Jinn), creati con il fuoco, che sono entità
diverse dagli angeli, e gli angeli, parte dei quali, ribellatisi ad Allah, con
il suo permesso possono traviare gli uomini (in contraddizione con le sure in
cui si afferma che a trarre in errore gli uomini è Allah). Nella sura 18,50,
invece, in contraddizione con le precedenti sure, si afferma che Satana (Iblis)
è uno dei demoni, quindi non un angelo. Nelle sure 7,12; 15,27; 38,76 è detto
espressamente che Iblis è stato creato dal fuoco (quindi, non è fatto di luce,
come gli Angeli). Resta dunque indeterminato, data la palese contraddizione tra
le sure del Corano, se Iblis sia il capostipite dei demoni, creato dal fuoco, o
sia un angelo ribelle insieme con altri angeli suoi seguaci miscredenti. Se
ipotizziamo che sia un demone, egli non aveva alcun obbligo, al pari degli
uomini, di obbedire ad Allah, giacché i demoni, al pari degli uomini, sarebbero
in parte buoni (cfr. sure 46,29 e 72,1-2) e in parte cattivi (farebbero parte
di questa categoria sia gli angeli ribelli sia i Jinn non convertiti
all’Islam). Nelle ultime due sure del Corano (113 e 114), peraltro, Allah
spiega come i credenti devono proteggersi dall’influsso negativo dei demoni e
degli uomini miscredenti. Queste due sure, dette preservatrici del male,
rappresentano delle formule da adoperare contro il malocchio e le tentazioni
(un miscuglio di fede e superstizione).
TERZA
DISCUSSIONE
Prima
questione
Nella sura 2,30 Allah comunica agli Angeli che porrà un vicario (cioè l’uomo)
sulla Terra. Gli Angeli obiettano che vi porrà qualcuno che spargerà la
corruzione e verserà il sangue, a differenza di loro, che, invece, lo
glorificano e lo santificano. Allah risponde che lui conosce quello che loro
non possono conoscere.
Commento
Come fanno gli Angeli a sapere che la condizione dell’uomo, prima ancora della
sua creazione, sarà violenta, se non sono esseri onniscienti?
Seconda
questione
Nella sura 2,31-34 Allah insegna segretamente ad Adamo i nomi di tutte le cose
create, poi sfida gli Angeli, se ne sono capaci, a pronunciare come Adamo i
nomi delle cose da Lui create. Gli Angeli rispondono che conoscono solo quello
che Lui ha loro insegnato. Allah, dopo aver comandato ad Adamo d’informare gli
Angeli sui nomi di tutte le cose create, obbliga gli Angeli a prosternarsi ad
Adamo. Tutti si prosternano eccetto Iblis (Satana), che, essendosi rifiutato
per orgoglio, si pone tra i miscredenti.
Commento
Come potevano gli angeli conoscere i nomi delle cose create, se Allah non le
aveva loro insegnato come aveva fatto con Adamo? Perché sfidarli con l’inganno
e umiliarli, obbligandoli a prosternarsi all’uomo, sua creatura, e adorarlo? Se
l’ordine di Allah di prosternarsi all’uomo era rivolto agli angeli e se Iblis
non era un angelo (come recita la sura 18,50, contrariamente alle altre in cui
è detto che egli è uno degli angeli), perché avrebbe dovuto obbedire? Se dunque
ammettiamo che Iblis non sia uno dei demoni, ne consegue che non era
responsabile dell’inadempienza, essendo l’ordine di Allah rivolto unicamente
agli angeli. Iblis, infatti, non può essere uno degli angeli, perché questi non
sono esseri orgogliosi, ma temono Allah e a lui ubbidiscono (cfr. sure 16,49-50
e 66,6). Parte dei demoni (quelli che non si convertono all’Islam) e gli angeli
ribelli, giacché traviano gli uomini, inducendoli al male, subiranno perpetuo
castigo (6,128-130). Molti tra i demoni e tra gli uomini, parola del Corano,
sono predestinati ai tormenti dell’Inferno (7,179).
Terza
questione
Nelle sure 7,11-27; 15,28-44; 38,71-85 Allah allontana Satana, Angelo ribelle,
dal regno celeste, cioè dal Paradiso, dove abita Adamo con la sua sposa, per
essersi rifiutato di adorare l’uomo. Dopo averlo espulso, Allah giura, su
richiesta dell’altro, di dargli tregua (cioè di non punirlo) fino al Giorno del
Giudizio Universale. Nelle sure 2,35-38 e 7,19-24 Allah, dopo aver creato
l’uomo e la sua sposa e averli posti nel Paradiso, pone un limite alla loro
libertà. Le due creature, invece, indotte dal Maligno (Iblis), disobbediscono
all’ordine di Allah, che li scaccia dal Paradiso, insieme a Iblis, mandandoli
ad abitare sulla Terra, nemici gli uni degli altri.
Commento
Se Satana è stato espulso dal Paradiso per non essersi prosternato all’uomo,
come ha fatto poi a rientrare per tentare Adamo e la sua sposa? Perché Allah lo
espelle nuovamente dal suo Regno celeste, insieme all’uomo e alla sua sposa, se
aveva giurato di non punirlo più fino al Giorno del Giudizio Universale?
Quarta
questione
Nelle sure 2,107 e 29,22 Allah afferma che all’infuori di Lui non c’è padrone
né soccorritore né alleato (sura 9,116) né intercessore (sura 32,4) né sono
tali i suoi fedeli servi (sura 18,102), perché Egli è sufficiente come patrono
e soccorritore (sura 4,45; 42,28) e non ha bisogno di protettori (17,111). Che
non vi siano patroni validi all’infuori di Allah, è ribadito anche nelle sure
29,41; 42,6.9; 45,10.
Nella sura 41,31, invece, gli Angeli dicono che sono loro i nostri soccorritori
in questa e nell’altra vita. Per ordine di Allah stanno avanti e dietro di
ciascuno di noi, vegliandoci (sura 13,11; 82,10), e attorno al trono di Allah
invocano il perdono per i credenti e per coloro che si pentono (sura 40,7).
Commento
A tali evidenti contraddizioni delle sure coraniche, altre se ne aggiungono. La
sura 5,55 afferma che alleati dei credenti sono Maometto e i credenti che
assolvono l’orazione, pagano la tassa obbligatoria e si prosternano con umiltà
ad Allah. La sura 9,71 afferma che sia i credenti sia le credenti sono alleati
gli uni degli altri. Non mancano credenti che, per necessità, invocano Allah
affinché li soccorra mediante patroni o alleati (sura 4,75).
Allah, inoltre, vieta ai musulmani di allearsi con i loro acerrimi nemici, cioè
con i miscredenti, i politeisti, gli ebrei e i cristiani (sure 3,28;
5,51.57.81.82), salvo il caso in cui si trovino in pericolo per la loro vita.
Infatti, quando Maometto e i suoi seguaci, per evitare le persecuzioni in corso
alla Mecca, si rifugiarono in Abissinia, lì invocarono aiuto e protezione agli
infedeli cristiani per salvaguardare la loro incolumità (cfr. sura 5.82).
Non si comprende perché gli angeli dovrebbero invocare il perdono ad Allah per
i credenti.
QUARTA
DISCUSSIONE
Prima
questione
L’autore del Corano dice che Allah ha inviato ai demoni (Jinn) e agli uomini
messaggeri scelti tra di loro per annunciare i suoi segni e ammonirli riguardo
al Giorno del Giudizio (sura 6,130). Nella sura 22,75 aggiunge che Allah
sceglie i messaggeri anche tra gli angeli, dotati di parecchie ali (sura 35,1).
Commento
Se il messaggero inviato da Allah ai demoni è uno di loro, quello inviato agli
uomini è un uomo. Vero è che il Corano afferma che vi sono anche Angeli
messaggeri, questi però hanno compiti diversi dai Profeti messaggeri, che sono
semplici ammonitori o legislatori. Il messaggero degli uomini, dunque, è un
uomo, che ha il compito di trasmettere agli altri uomini il messaggio di Allah
ed essere di esempio per loro. Infatti, prima di Maometto, solo uomini
ispirati, non Angeli, sono stati inviati a tutti i popoli come ammonitori (sure
10,47; 12, 109; 16,36; 25,20-21; 35,24; 41,14) o come messaggeri della
Rivelazione (sura 21,7-8).
Allah (in contraddizione con quanto afferma nella sopra indicata sura 6,130) si
è servito del profeta Maometto per convertire i demoni (cfr. sure 46,29-32;
72,1-15). La missione di Maometto, infatti, ha carattere universale (sura
21,107), perché la conversione all’Islam non è limitata solamente agli Arabi,
ma a tutti i popoli della Terra, demoni compresi, anche se invisibili. I
precetti normativi dell’Islam non sono circoscritti a periodi storici o
ambienti geografici, ma sono ritenuti validi e immutabili in ogni tempo e
luogo.
Nessun popolo, parola del Corano,
sarà castigato senza che Allah abbia inviato prima un messaggero (sura 17,15).
Dunque, non è vero che non ci sia costrizione nella religione (cfr. sura
2,256), se ai popoli della Terra non resta che un’unica possibilità:
convertirsi all’Islam o essere castigati in questa e nell’altra vita (sure
3,20-21; 8,39).
I Profeti
di Allah non sono donne. Nella Bibbia, invece, a differenza del Corano, vi sono
anche donne profetesse (Atti degli Apostoli 21,9; Luca 2,36; Esodo 15,20;
2Cronache 34,22; Giudici 4,5; 2Re 22,14; Isaia 8,3).
Seconda
questione
Allah, nella sura 81,19-27, dopo aver giurato sulle cose create, dichiara che
il Corano è la parola di un Messaggero nobilissimo (cfr. sura 69,40), che gli è
stata rivelata durante una visione. Nella sura 53,1-18 Allah giura che una
potenza divina ha insegnato il Corano al suo servo Maometto durante due
visioni.
Commento
Nelle sure in questione l’autore del Corano non specifica chi sia il Messaggero
nobilissimo. Messaggero, nella teologia islamica, è chi riceve un libro
ispirato. Per le ragioni esposte nella precedente discussione, messaggero degli
uomini è un uomo, perciò il messaggero cui si riferirebbe il Corano è Maometto
(non Gabriele o un altro Angelo; cfr. sure 12,109 e 25,20). Nella sura 15,6-8
Allah esclude che invierà angeli tra gli uomini prima del Giorno del Giudizio.
In tal caso, la “potenza divina” che ha trasmesso la rivelazione a Maometto non
potrebbe essere un angelo. Nella sura 29,27 Allah afferma espressamente che i
profeti da Lui inviati prima di Maometto sono uomini della progenie di Abramo.
Terza
questione
1) Nelle
seguenti sure l’autore del Corano afferma che Allah ha inviato a ogni popolo un
messaggero:
35,24……Non c’è comunità in cui non sia venuto un
ammonitore.
10,47……Ogni comunità ha avuto un messaggero.
40,5……Ogni comunità tramò contro il suo
messaggero, cercando di ucciderlo.
16,35-36…..A ogni comunità inviammo un profeta…
con il compito di trasmettere un chiaro Messaggio.
13,7……..Ogni popolo ha avuto la sua guida.
22,34.67…..A ogni comunità assegnammo un
rito… e indicato un culto da osservare.
2) Nelle
seguenti sure l’autore afferma che, prima di Maometto, già Ismaele fu un
Profeta, come suo padre Abramo e come gli altri discendenti della sua stirpe,
perché ricevette il libro della Rivelazione.
19,54-55.58……Ismaele era un messaggero, un
profeta, e imponeva alla sua famiglia l’orazione e la decima… e, quando
recitava i segni di Allah, cadeva in prosternazione e piangeva.
6,84-89….A Ismaele e ad altri profeti della sua
stirpe demmo la Scrittura e la Profezia.
2,136…..Allah ordina di credere in ciò che ha
fatto scendere su Ismaele e altri profeti.
3,84……Non facciamo alcuna differenza tra Ismaele
e gli altri profeti.
4,163……Abbiamo dato la Rivelazione a Ismaele e
ad altri profeti della sua stirpe.
3) Nella
sura 2,124-127, l’autore afferma che Abramo e suo figlio Ismaele hanno
costruito una casa per Allah, che la tradizione islamica identifica nella Santa
Ka’bah della Mecca, dove è incastonata la Pietra Nera, oggetto di un culto e di
un sacro rito già in epoca pre-islamica. Il pellegrinaggio al tempio della
Mecca è considerato uno dei cinque pilastri dell’Islam.
4) Il Corano
equipara i profeti ai messaggeri, sui quali è sceso il libro divino (cfr.
2,213; 3,79-81). L’autore del Corano riferisce anche di due precedenti profeti arabi,
non citati nella Bibbia (ricordati solo dalla Tradizione araba), Hud e Salih,
inviati da Allah ai rispettivi popoli, gli Ad, stanziati nel sud dell’Arabia, e
i Thamud, stanziati nel nord-ovest (cfr. sure 26,123-140.141-143; 7,65.73;
11,58-60.61-62). Hud e Salih, profeti arabi, hanno predicato in lingua araba il
messaggio di Allah ai rispettivi popoli. Posto che l’ebraico e l’aramaico sono
antichi dialetti arabi, ne consegue che tutti i profeti ebraici hanno predicato
in lingua araba.
5) Nelle
seguenti sure l’autore del Corano afferma, contraddicendosi, che nessun profeta
e nessun “Libro” è stato inviato agli arabi, prima di Maometto.
28,46; 32,3; 35,42; 36,2-6; 43,21……Non giunse
agli arabi nessun ammonitore… nessuna Scrittura, prima di Maometto.
34,44……In passato non demmo loro libri da
studiare, né prima di te inviammo loro un ammonitore.
6,155-157……..Abbiamo fatto scendere il Corano,
affinché non diciate che la Scrittura è stata fatta scendere solo su ebrei e
cristiani.
Commento
In verità, parola del Corano, Allah ha inviato al popolo arabo, prima di
Maometto, tre profeti: Ismaele, Hud e Thamud, ai quali è stato rivelato il
“Libro sacro”. Dove sono finite le Scritture di questi tre profeti? Perché gli
arabi non hanno conservato tali precedenti Scritture, come hanno fatto gli
ebrei con la Thorà e i cristiani con i Vangeli?
CONCLUSIONE
Le sure coraniche si presentano al
lettore in modo frammentario, ripetitivo, sentenzioso, non prive di ambiguità e
contraddizioni. Non hanno una forma organica né un filo logico argomentativo.
La redazione delle sure non segue l’ordine cronologico della rivelazione, per
cui non sempre è possibile stabilire i successivi periodi e contesti storici,
durante i quali le sure sarebbero state recitate da Allah a Maometto. Ne
consegue che la lettura del Corano pone al lettore e all’interprete numerose
difficoltà. Inattendibile è la presunzione dei musulmani riguardo alla divinità
e sacralità del testo, che considerano Verbo divino, conforme a quello che
sarebbe custodito presso il Trono di Allah in tavole protette (l’originario e
increato archetipo del Corano celeste). La pretesa dei musulmani, che il
messaggio del Corano, inimitabile e immutabile, sia ammonizione universale,
verità infallibile, conoscenza scientifica, è del tutto priva di fondamento.
Del resto, lo stesso autore del testo ammette la difficoltà riguardo all’interpretazione
del messaggio divino. Esso, ancorché si affermi che è stato trasmesso in modo
esplicito, non rileverebbe l’autentico significato, che solo Allah
conoscerebbe. Imprecisioni e vaghe dichiarazioni metafisiche, che si
riscontrano nel Corano, non hanno nulla in comune con la moderna metodica della
scienza; perciò appaiono totalmente assurde certe pretese affermazioni di
scientificità del sacro Libro, sostenute con caparbia convinzione da parte di
taluni credenti musulmani.
Lucio Apulo Daunio
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