sabato 9 luglio 2011


ANGELI DEMONI MESSAGGERI
SECONDO L’AUTORE DEL CORANO

 "Rari e felici i tempi in cui è permesso di pensare ciò che si vuole, e di dire ciò che si pensa" (Tacito, Historiae, I,1)

LA CRITICA NON CONOSCE TESTI INFALLIBILI (Ernest Renan)



QUESTIONI SU ANGELI, DEMONI, MESSAGGERI


PRIMA DISCUSSIONE


1) Le sure del Corano recitate a Maometto, esaminate seguendo un probabile ordine cronologico, attestano che l’autore utilizza differenti entità deputate a trasmettere la Rivelazione di Allah: Gabriele, Angeli, Spirito, Messaggeri.

- Nella Notte del Destino discendono gli Angeli e lo Spirito per fissare ogni decreto (97,1-4).
- All’uomo non è consentita la visione di Allah. Egli si rivela mediante ispirazione o percezione di voci o l’invio di messaggeri (42,51).
- Per ordine di Allah scendono gli Angeli con lo Spirito su chi Egli vuole tra i suoi servi (16,2).
- Allah ha fatto scendere lo Spirito di Santità con la verità (16,102).
- Gabriele, con il permesso di Allah, ha fatto scendere il Corano (cioè la Rivelazione dello Spirito) nel cuore di Maometto (2,97).

2) Il Corano, nelle sure dove usa il termine “spirito”, non lo identifica espressamente con Gabriele. Lo Spirito, poiché è essenza divina, non può essere un’entità diversa dall’essenza di Allah. Lo Spirito, quindi, è il “verbo” di Allah. Esso si manifesta recitando il Corano al profeta Maometto.

- Con il Corano è sceso lo Spirito fedele sul cuore di Maometto (26,192-194).
- Lo Spirito procede dall’ordine di Allah (17,85).
- Ti abbiamo (a Maometto) rivelato uno Spirito (il Corano) che procede dal Nostro ordine (42,52).
- Allah ha impresso la fede nel cuore dei credenti e li ha rafforzati con uno Spirito proveniente da Lui (58,22).

3) Lo Spirito di Allah crea esseri viventi, differenti dall’essenza divina, e li anima insufflando il suo Spirito.
- Dopo aver creato l’essere umano, Allah soffia in lui il suo Spirito, sorgente di vita (38,71-72; 15,29; 32,9).

4) Lo Spirito di Allah appare a Maria con le sembianze di un uomo, messaggero di Allah, per creare un figlio (Gesù) nel suo grembo. Allah concepisce il figlio nel grembo della Vergine insufflando in lei il suo Spirito. Dunque, ciò che appare alla Vergine ed entra nel suo corpo per creare un essere vivente, è lo Spirito di Allah. Questo Spirito non può essere l’angelo Gabriele, perché non può essere Gabriele, che è una creatura di Allah, il creatore di Gesù. Lo Spirito non è una creatura, ma il Creatore, essendo una qualità intrinseca di Allah, non una sua creazione, che è entità da lui distinta e separata. Il Corano, infatti, non dice espressamente che Allah si serve di Gabriele o di altri angeli per insufflare il suo spirito in Maria o per creare essere umani (cfr. sure 25,3; 16,17.20-21). Gli Angeli messaggeri, infatti, vanno ad annunciare a Maria la lieta novella di una Parola proveniente da Allah (cioè Gesù, Verbo di Dio), non a insufflare lo Spirito di Allah (sura 3,45).

- Le inviammo (a Maria) il Nostro Spirito, che assunse le sembianze di un uomo perfetto, messaggero di Allah, per darle un figlio (19,16-19).
- Insufflammo in Maria il Nostro Spirito (vivificante)(21,91; 66,12).

5) Allah non ordina di prendere per signori né Angeli né Profeti da adorare (sura 3,80); tuttavia, sorprende costatare come Gesù appare nel Corano simile al Cristo dei Vangeli, benché sia considerato un profeta musulmano (cfr. sure 5,112-116; 9,30). Del tutto privi di attendibilità sono i versi 27-33 della sura 19, dove Gesù bambino, nella culla, parla come un adulto.

- Gli Angeli annunciarono a Maria la lieta novella di una Parola proveniente da Allah, cioè, il Messia Gesù, eminente in questo mondo e ricco di privilegi nell’altro (3,45).
- Gesù non l’hanno né ucciso né crocifisso, ma così parve ai cristiani. Per certo non l’hanno ucciso, ma Allah lo ha elevato fino a sé (4,157-158).
- Il Messia Gesù, Figlio di Maria, è un messaggero di Allah, una sua Parola, che Egli pose in Maria, uno Spirito da lui proveniente (4,171).



COMMENTO ALLA PRIMA DISCUSSIONE

          
           La sura 2,98 distingue nettamente Allah dai suoi Angeli, dai suoi Messaggeri, da Gabriele e da Michele. La sura 66,4 distingue Allah, dal Profeta Maometto, da Gabriele, dagli Angeli, dai credenti. La sura 78,38 distingue lo Spirito dagli Angeli. Ciò stante, ne consegue che lo Spirito non può essere Gabriele né uno degli Angeli. Lo Spirito, indicato nelle sure 97,4 e 78,38, è Allah, giacché lo Spirito procede dall’ordine di Allah (sura 17,85). Le sura 96 e 74,1-7, relative alla prima rivelazione del Corano, non contengono alcun riferimento all’angelo Gabriele. In nessuna parte del Corano, inoltre, Gabriele è identificato espressamente come Angelo, anche se è Allah che ispira gli Angeli e tramite loro annuncia la rivelazione (cioè la sua volontà) ai Profeti (sure 97,1-4; 16.2; 8,12). Gabriele è nominato solamente in alcune sure medinesi (2,97-98; 66,4), ma non in quelle meccane (81,23; 53,5-10.14-18), che attestano due visioni del Profeta. Gabriele potrebbe essere uno dei Demoni (Jinn), come suggerirebbe la sura 6,130, ai quali Allah ha inviato un messaggero scelto tra loro. Del resto, erano i demoni che ispiravano i poeti arabi pagani, inducendoli a poetare. Ad ogni modo, per dirimere la confusione sulle identità delle sopraindicate entità, il Corano consiglia Maometto, in caso di dubbi, di consultare le precedenti Scritture (sura 10,94). La Bibbia, infatti, dice che Gabriele è un angelo del Signore, che sta davanti a Dio, distinto dallo Spirito Santo (Lc 1,11.19.26 e seg.). Dice anche che lo Spirito è il Signore (2 Corinzi 17-18). Questo dice espressamente la Bibbia, non il Corano.




SECONDA DISCUSSIONE


 1) Il Corano attesta che i demoni (Jinn) furono creati dal fuoco, che Satana (Iblis) era un demone, che ai demoni furono inviati dei messaggeri. La Tradizione aggiunge che i demoni sono sia maschi sia femmine (hadith, al-Buhari).

- Creammo i demoni (Jinn) da un fuoco ardentissimo (15,27), senza fumo (55,15).
- Iblis (Satana) è stato creato dal fuoco, perciò è migliore di Adamo, creato dall’argilla (38,76; 7,12).
- Quando ordinammo agli Angeli di prosternarsi davanti ad Adamo, Iblis (Satana), che era uno dei demoni (Jinn), si ribellò al comando di Allah (18, 50).
- Al consesso di demoni e di uomini giunsero messaggeri della loro stirpe per riferire i segni di Allah (6,130); i demoni e gli uomini saranno soggetti al giudizio divino (7,38); essi sono stati creati per adorare Allah (51,56).

2) Il Corano, contraddicendosi, afferma che tutti gli esseri viventi sono stati creati dall’acqua.

- Traemmo dall’acqua ogni essere vivente (quindi anche i Demoni) (21,30).




COMMENTO ALLA SECONDA DISCUSSIONE

              L’autore del Corano non spiega come furono creati gli angeli (secondo la Tradizione, furono creati dalla luce). Asserisce, invece, che gli angeli sono messaggeri dotati di due o tre o quattro ali (sura 35,1) e che svolgono anche altre funzioni (ci sono angeli addetti alla minuziosa registrazione delle azioni degli uomini per il Giorno del Giudizio; angeli combattenti, invisibili, inviati sulla Terra a sostegno delle guerre dei credenti contro i miscredenti; ecc.). L’autore spiega anche come furono creati i demoni (dal fuoco) e per quale scopo (cioè per conoscere e adorare Allah). Poi si contraddice, affermando che tutti gli esseri viventi sono stati creati dall’acqua (quindi anche i demoni, giacché sono esseri viventi); dunque, se i demoni provengono dall’acqua, non possono essere stati creati dal fuoco. Allo stesso modo, anche gli angeli, giacché sono esseri viventi, se provengono dall’acqua, non possono essere stati creati dalla luce. Se però tutti gli esseri viventi che provengono dall’acqua, come Angeli, Demoni e uomini, sono entità materiali, questi non possono essere entità trascendenti. I demoni, inoltre, secondo il Corano (cfr. sura 18,50), pur essendo entità fisiche viventi, sono immortali e possono persino generare altri esseri. Se poi l’autore del Corano, sulla base delle conoscenze del suo tempo per “acqua” abbia voluto intendere il liquido seminale, ne consegue che i Demoni derivano da un atto sessuale. In tal caso occorre individuare chi siano i loro procreatori. Il Corano afferma che Iblis (Satana) è il capostipite dei demoni (cfr. sura 18,50); dunque, similmente ad Adamo, che è il capostipite degli uomini, Iblis è una creazione diretta di Allah, non di un atto sessuale. In ogni caso, resta indeterminata la materia da cui i demoni e il suo capostipite sono stati creati.

             Non tutti gli esseri viventi, però, derivano da un atto sessuale, giacché vi sono esseri viventi che si riproducono in modo asessuato o per frammentazione. Persino Gesù, secondo il Corano, è stato concepito con lo Spirito, non con liquido seminale. Gesù, peraltro, non sarebbe morto, giacché Allah lo avrebbe elevato vivo fino a Sé (sura 4,157-158).

           Se Allah basta a se stesso (cfr. sure 21,15 e 35,15), non aveva bisogno di creare uomini e demoni per essere da loro conosciuto e adorato (cfr. sura 51,56). A che pro, poi, metterli alla prova (67,2), rendendoli servi e bisognosi della sua misericordia (sura 21,15)? I demoni, a differenza degli angeli, saranno sottoposti come gli uomini al giudizio di Allah (cfr. sura 7,38; 55,39) e, come gli uomini, possono convertirsi all’Islam (cfr. sura 72,1-2). Dunque, demoni e angeli appaiono come due entità distinte.

           Demoni e uomini, giacché sono stati creati per conoscere, adorare e servire Allah (sura 19,93) e sono entrambi dotati di libero arbitrio (sura 67,2), qualora siano colpevoli di non obbedienza ai precetti di Allah, saranno puniti nell’Inferno (sura 6,12; 30,9-10;). L’autore del Corano, però, si contraddice quando afferma che molti di loro sono stati creati e predestinati all’Inferno (sura 7,179 e 32,13), poiché a farli traviare dalla retta via è proprio Allah (sure 7,178; 14,4.27; 16,93; 17,97; 35,8; 39,23). L’autore del sacro Libro, inoltre, afferma che nessuno può credere all’Islam, se Allah non lo permette (sura 10,100). Ne consegue che Allah, pur essendo responsabile di traviare chi vuole, inducendoli a compiere il male e a non perseguire il bene, si arroga il potere di punirli in questa e nell’altra vita. Dunque, Allah commette ingiustizie, contrariamente a quanto afferma la sura 4,40, e se a taluni esseri viventi concede il libero arbitrio per la loro salvezza, altri sono predestinati all’Inferno. Quantunque il verso 82 della sura 4 recita che il Corano è esente da contraddizioni (è infallibile), i precedenti versi 78 e 79 della sura medesima smentiscono tale asserzione. Allah, inoltre, prima afferma che il bene e il male provengono entrambi da Lui, poi si corregge, dicendo che solo il bene viene da Lui; il male, invece, proviene dagli uomini. Prima attesta che nessuno può credere, se Egli non lo consente (sura 10,100), alludendo quindi alla predestinazione; poi biasima quelli che non credono, artefici della loro rovina (sura 6,12), alludendo in tal modo al libero arbitrio. Altrove, prima dice che svia chi vuole e guida chi vuole (sura 35,8); poi nega che sia Lui responsabile, perché sono gli uomini che fanno torto a loro stessi (sura 30,9). Se Allah ordina a Maometto e ai credenti, durante il periodo in cui vivono alla Mecca, di perdonare i miscredenti (sura 45,14), anche se Lui parteggia per chi lo teme e compia il bene (sura 16,128), a Medina avverte politeisti e miscredenti che dovranno rendere conto a Lui della loro miscredenza (sura 23,117), minacciandoli con la perpetua pena del fuoco nell’aldilà, in compagnia di ebrei e cristiani, dei quali sentenzia che di tutta la creazione essi sono i più abbietti (sura 98,6). Quanto ai castighi nell’aldiquà, ordina ai musulmani di combattere senza tregua gli infedeli (sure 8,39 e 9,29).

            Allah (secondo le sure 2,34; 7,11; 15,28-42; 17,61; 20,116-117 e 38,71-85), dopo aver creato l’uomo, ordina agli angeli di prostrarsi davanti a lui, cosa che tutti fanno, tranne Satana (Iblis) e i suoi seguaci, perciò li scaccia dal Paradiso, giacché miscredenti. Dunque, nella categoria delle identità celesti occorre distinguere i demoni (Jinn), creati con il fuoco, che sono entità diverse dagli angeli, e gli angeli, parte dei quali, ribellatisi ad Allah, con il suo permesso possono traviare gli uomini (in contraddizione con le sure in cui si afferma che a trarre in errore gli uomini è Allah). Nella sura 18,50, invece, in contraddizione con le precedenti sure, si afferma che Satana (Iblis) è uno dei demoni, quindi non un angelo. Nelle sure 7,12; 15,27; 38,76 è detto espressamente che Iblis è stato creato dal fuoco (quindi, non è fatto di luce, come gli Angeli). Resta dunque indeterminato, data la palese contraddizione tra le sure del Corano, se Iblis sia il capostipite dei demoni, creato dal fuoco, o sia un angelo ribelle insieme con altri angeli suoi seguaci miscredenti. Se ipotizziamo che sia un demone, egli non aveva alcun obbligo, al pari degli uomini, di obbedire ad Allah, giacché i demoni, al pari degli uomini, sarebbero in parte buoni (cfr. sure 46,29 e 72,1-2) e in parte cattivi (farebbero parte di questa categoria sia gli angeli ribelli sia i Jinn non convertiti all’Islam). Nelle ultime due sure del Corano (113 e 114), peraltro, Allah spiega come i credenti devono proteggersi dall’influsso negativo dei demoni e degli uomini miscredenti. Queste due sure, dette preservatrici del male, rappresentano delle formule da adoperare contro il malocchio e le tentazioni (un miscuglio di fede e superstizione).




TERZA DISCUSSIONE


Prima questione
              Nella sura 2,30 Allah comunica agli Angeli che porrà un vicario (cioè l’uomo) sulla Terra. Gli Angeli obiettano che vi porrà qualcuno che spargerà la corruzione e verserà il sangue, a differenza di loro, che, invece, lo glorificano e lo santificano. Allah risponde che lui conosce quello che loro non possono conoscere.

Commento
             Come fanno gli Angeli a sapere che la condizione dell’uomo, prima ancora della sua creazione, sarà violenta, se non sono esseri onniscienti?


Seconda questione
           Nella sura 2,31-34 Allah insegna segretamente ad Adamo i nomi di tutte le cose create, poi sfida gli Angeli, se ne sono capaci, a pronunciare come Adamo i nomi delle cose da Lui create. Gli Angeli rispondono che conoscono solo quello che Lui ha loro insegnato. Allah, dopo aver comandato ad Adamo d’informare gli Angeli sui nomi di tutte le cose create, obbliga gli Angeli a prosternarsi ad Adamo. Tutti si prosternano eccetto Iblis (Satana), che, essendosi rifiutato per orgoglio, si pone tra i miscredenti.

Commento
              Come potevano gli angeli conoscere i nomi delle cose create, se Allah non le aveva loro insegnato come aveva fatto con Adamo? Perché sfidarli con l’inganno e umiliarli, obbligandoli a prosternarsi all’uomo, sua creatura, e adorarlo? Se l’ordine di Allah di prosternarsi all’uomo era rivolto agli angeli e se Iblis non era un angelo (come recita la sura 18,50, contrariamente alle altre in cui è detto che egli è uno degli angeli), perché avrebbe dovuto obbedire? Se dunque ammettiamo che Iblis non sia uno dei demoni, ne consegue che non era responsabile dell’inadempienza, essendo l’ordine di Allah rivolto unicamente agli angeli. Iblis, infatti, non può essere uno degli angeli, perché questi non sono esseri orgogliosi, ma temono Allah e a lui ubbidiscono (cfr. sure 16,49-50 e 66,6). Parte dei demoni (quelli che non si convertono all’Islam) e gli angeli ribelli, giacché traviano gli uomini, inducendoli al male, subiranno perpetuo castigo (6,128-130). Molti tra i demoni e tra gli uomini, parola del Corano, sono predestinati ai tormenti dell’Inferno (7,179).


Terza questione
            Nelle sure 7,11-27; 15,28-44; 38,71-85 Allah allontana Satana, Angelo ribelle, dal regno celeste, cioè dal Paradiso, dove abita Adamo con la sua sposa, per essersi rifiutato di adorare l’uomo. Dopo averlo espulso, Allah giura, su richiesta dell’altro, di dargli tregua (cioè di non punirlo) fino al Giorno del Giudizio Universale. Nelle sure 2,35-38 e 7,19-24 Allah, dopo aver creato l’uomo e la sua sposa e averli posti nel Paradiso, pone un limite alla loro libertà. Le due creature, invece, indotte dal Maligno (Iblis), disobbediscono all’ordine di Allah, che li scaccia dal Paradiso, insieme a Iblis, mandandoli ad abitare sulla Terra, nemici gli uni degli altri.

Commento
              Se Satana è stato espulso dal Paradiso per non essersi prosternato all’uomo, come ha fatto poi a rientrare per tentare Adamo e la sua sposa? Perché Allah lo espelle nuovamente dal suo Regno celeste, insieme all’uomo e alla sua sposa, se aveva giurato di non punirlo più fino al Giorno del Giudizio Universale?


Quarta questione
               Nelle sure 2,107 e 29,22 Allah afferma che all’infuori di Lui non c’è padrone né soccorritore né alleato (sura 9,116) né intercessore (sura 32,4) né sono tali i suoi fedeli servi (sura 18,102), perché Egli è sufficiente come patrono e soccorritore (sura 4,45; 42,28) e non ha bisogno di protettori (17,111). Che non vi siano patroni validi all’infuori di Allah, è ribadito anche nelle sure 29,41; 42,6.9; 45,10.

             Nella sura 41,31, invece, gli Angeli dicono che sono loro i nostri soccorritori in questa e nell’altra vita. Per ordine di Allah stanno avanti e dietro di ciascuno di noi, vegliandoci (sura 13,11; 82,10), e attorno al trono di Allah invocano il perdono per i credenti e per coloro che si pentono (sura 40,7).

Commento
             A tali evidenti contraddizioni delle sure coraniche, altre se ne aggiungono. La sura 5,55 afferma che alleati dei credenti sono Maometto e i credenti che assolvono l’orazione, pagano la tassa obbligatoria e si prosternano con umiltà ad Allah. La sura 9,71 afferma che sia i credenti sia le credenti sono alleati gli uni degli altri. Non mancano credenti che, per necessità, invocano Allah affinché li soccorra mediante patroni o alleati (sura 4,75).

           Allah, inoltre, vieta ai musulmani di allearsi con i loro acerrimi nemici, cioè con i miscredenti, i politeisti, gli ebrei e i cristiani (sure 3,28; 5,51.57.81.82), salvo il caso in cui si trovino in pericolo per la loro vita. Infatti, quando Maometto e i suoi seguaci, per evitare le persecuzioni in corso alla Mecca, si rifugiarono in Abissinia, lì invocarono aiuto e protezione agli infedeli cristiani per salvaguardare la loro incolumità (cfr. sura 5.82).

          Non si comprende perché gli angeli dovrebbero invocare il perdono ad Allah per i credenti.


QUARTA DISCUSSIONE


Prima questione
           L’autore del Corano dice che Allah ha inviato ai demoni (Jinn) e agli uomini messaggeri scelti tra di loro per annunciare i suoi segni e ammonirli riguardo al Giorno del Giudizio (sura 6,130). Nella sura 22,75 aggiunge che Allah sceglie i messaggeri anche tra gli angeli, dotati di parecchie ali (sura 35,1).

Commento
           Se il messaggero inviato da Allah ai demoni è uno di loro, quello inviato agli uomini è un uomo. Vero è che il Corano afferma che vi sono anche Angeli messaggeri, questi però hanno compiti diversi dai Profeti messaggeri, che sono semplici ammonitori o legislatori. Il messaggero degli uomini, dunque, è un uomo, che ha il compito di trasmettere agli altri uomini il messaggio di Allah ed essere di esempio per loro. Infatti, prima di Maometto, solo uomini ispirati, non Angeli, sono stati inviati a tutti i popoli come ammonitori (sure 10,47; 12, 109; 16,36; 25,20-21; 35,24; 41,14) o come messaggeri della Rivelazione (sura 21,7-8).

           Allah (in contraddizione con quanto afferma nella sopra indicata sura 6,130) si è servito del profeta Maometto per convertire i demoni (cfr. sure 46,29-32; 72,1-15). La missione di Maometto, infatti, ha carattere universale (sura 21,107), perché la conversione all’Islam non è limitata solamente agli Arabi, ma a tutti i popoli della Terra, demoni compresi, anche se invisibili. I precetti normativi dell’Islam non sono circoscritti a periodi storici o ambienti geografici, ma sono ritenuti validi e immutabili in ogni tempo e luogo.
         
           Nessun popolo, parola del Corano, sarà castigato senza che Allah abbia inviato prima un messaggero (sura 17,15). Dunque, non è vero che non ci sia costrizione nella religione (cfr. sura 2,256), se ai popoli della Terra non resta che un’unica possibilità: convertirsi all’Islam o essere castigati in questa e nell’altra vita (sure 3,20-21; 8,39).

       I Profeti di Allah non sono donne. Nella Bibbia, invece, a differenza del Corano, vi sono anche donne profetesse (Atti degli Apostoli 21,9; Luca 2,36; Esodo 15,20; 2Cronache 34,22; Giudici 4,5; 2Re 22,14; Isaia 8,3).


Seconda questione
          Allah, nella sura 81,19-27, dopo aver giurato sulle cose create, dichiara che il Corano è la parola di un Messaggero nobilissimo (cfr. sura 69,40), che gli è stata rivelata durante una visione. Nella sura 53,1-18 Allah giura che una potenza divina ha insegnato il Corano al suo servo Maometto durante due visioni.

Commento
          Nelle sure in questione l’autore del Corano non specifica chi sia il Messaggero nobilissimo. Messaggero, nella teologia islamica, è chi riceve un libro ispirato. Per le ragioni esposte nella precedente discussione, messaggero degli uomini è un uomo, perciò il messaggero cui si riferirebbe il Corano è Maometto (non Gabriele o un altro Angelo; cfr. sure 12,109 e 25,20). Nella sura 15,6-8 Allah esclude che invierà angeli tra gli uomini prima del Giorno del Giudizio. In tal caso, la “potenza divina” che ha trasmesso la rivelazione a Maometto non potrebbe essere un angelo. Nella sura 29,27 Allah afferma espressamente che i profeti da Lui inviati prima di Maometto sono uomini della progenie di Abramo.


Terza questione

1) Nelle seguenti sure l’autore del Corano afferma che Allah ha inviato a ogni popolo un messaggero:

35,24……Non c’è comunità in cui non sia venuto un ammonitore.
10,47……Ogni comunità ha avuto un messaggero.
40,5……Ogni comunità tramò contro il suo messaggero, cercando di ucciderlo.
16,35-36…..A ogni comunità inviammo un profeta… con il compito di trasmettere un chiaro Messaggio.
13,7……..Ogni popolo ha avuto la sua guida.
22,34.67…..A ogni comunità assegnammo un rito…  e indicato un culto da osservare.


2) Nelle seguenti sure l’autore afferma che, prima di Maometto, già Ismaele fu un Profeta, come suo padre Abramo e come gli altri discendenti della sua stirpe, perché ricevette il libro della Rivelazione.

19,54-55.58……Ismaele era un messaggero, un profeta, e imponeva alla sua famiglia l’orazione e la decima… e, quando recitava i segni di Allah, cadeva in prosternazione e piangeva.
6,84-89….A Ismaele e ad altri profeti della sua stirpe demmo la Scrittura e la Profezia.
2,136…..Allah ordina di credere in ciò che ha fatto scendere su Ismaele e altri profeti.
3,84……Non facciamo alcuna differenza tra Ismaele e gli altri profeti.
4,163……Abbiamo dato la Rivelazione a Ismaele e ad altri profeti della sua stirpe.


3) Nella sura 2,124-127, l’autore afferma che Abramo e suo figlio Ismaele hanno costruito una casa per Allah, che la tradizione islamica identifica nella Santa Ka’bah della Mecca, dove è incastonata la Pietra Nera, oggetto di un culto e di un sacro rito già in epoca pre-islamica. Il pellegrinaggio al tempio della Mecca è considerato uno dei cinque pilastri dell’Islam.

4) Il Corano equipara i profeti ai messaggeri, sui quali è sceso il libro divino (cfr. 2,213; 3,79-81). L’autore del Corano riferisce anche di due precedenti profeti arabi, non citati nella Bibbia (ricordati solo dalla Tradizione araba), Hud e Salih, inviati da Allah ai rispettivi popoli, gli Ad, stanziati nel sud dell’Arabia, e i Thamud, stanziati nel nord-ovest (cfr. sure 26,123-140.141-143; 7,65.73; 11,58-60.61-62). Hud e Salih, profeti arabi, hanno predicato in lingua araba il messaggio di Allah ai rispettivi popoli. Posto che l’ebraico e l’aramaico sono antichi dialetti arabi, ne consegue che tutti i profeti ebraici hanno predicato in lingua araba.

5) Nelle seguenti sure l’autore del Corano afferma, contraddicendosi, che nessun profeta e nessun “Libro” è stato inviato agli arabi, prima di Maometto.

28,46; 32,3; 35,42; 36,2-6; 43,21……Non giunse agli arabi nessun ammonitore… nessuna Scrittura, prima di Maometto.
34,44……In passato non demmo loro libri da studiare, né prima di te inviammo loro un ammonitore.
6,155-157……..Abbiamo fatto scendere il Corano, affinché non diciate che la Scrittura è stata fatta scendere solo su ebrei e cristiani.

Commento
         In verità, parola del Corano, Allah ha inviato al popolo arabo, prima di Maometto, tre profeti: Ismaele, Hud e Thamud, ai quali è stato rivelato il “Libro sacro”. Dove sono finite le Scritture di questi tre profeti? Perché gli arabi non hanno conservato tali precedenti Scritture, come hanno fatto gli ebrei con la Thorà e i cristiani con i Vangeli?






CONCLUSIONE
         


            Le sure coraniche si presentano al lettore in modo frammentario, ripetitivo, sentenzioso, non prive di ambiguità e contraddizioni. Non hanno una forma organica né un filo logico argomentativo. La redazione delle sure non segue l’ordine cronologico della rivelazione, per cui non sempre è possibile stabilire i successivi periodi e contesti storici, durante i quali le sure sarebbero state recitate da Allah a Maometto. Ne consegue che la lettura del Corano pone al lettore e all’interprete numerose difficoltà. Inattendibile è la presunzione dei musulmani riguardo alla divinità e sacralità del testo, che considerano Verbo divino, conforme a quello che sarebbe custodito presso il Trono di Allah in tavole protette (l’originario e increato archetipo del Corano celeste). La pretesa dei musulmani, che il messaggio del Corano, inimitabile e immutabile, sia ammonizione universale, verità infallibile, conoscenza scientifica, è del tutto priva di fondamento. Del resto, lo stesso autore del testo ammette la difficoltà riguardo all’interpretazione del messaggio divino. Esso, ancorché si affermi che è stato trasmesso in modo esplicito, non rileverebbe l’autentico significato, che solo Allah conoscerebbe. Imprecisioni e vaghe dichiarazioni metafisiche, che si riscontrano nel Corano, non hanno nulla in comune con la moderna metodica della scienza; perciò appaiono totalmente assurde certe pretese affermazioni di scientificità del sacro Libro, sostenute con caparbia convinzione da parte di taluni credenti musulmani.



BIBLIOGRAFIA
Bausani Alessandro, Corano; Islam.
Bonelli Luigi, Il Corano
Campanini Massimo, Dizionario dell’Islam; Il Corano e la sua interpretazione; L’esegesi musulmana del Corano.
Campanini M. e Mezran K, Arcipelago Islam.
Kung Hans, Islam
Moreno Martino Mario, Il Corano
Muhammad Al-Tabari, Vita di Maometto
Piccardo Hamza Roberto, Il Corano
Piotrovskij Michail B., Le visioni del Corano
Simonnot Philippe, Il mercato di Dio

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